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scheduno. Probabilmente molte spezie di felicità non danno agli uomini quella contentezza che pur potrebbero per questo principalmente che non vengono amministrate in quella dose, e in que’ casi che vorrebbe ragione. Questi sono quelli che fiutan cogli occhi, e guardano colle narici! E poi si lagnano della poca soavità del profumo, e della poca vivezza del colorito!

E i dolori, che pur sono inevitabili, e che non si possono segregare assolutamente dai piaceri, chi non ne parli colla morte? Oh! i dolori sono il sedimento della mia quintessenza. Vanno dietro ai piaceri come l’ombre seguono i corpi; mi tenanno occupato nell’aspettazione del futuro, irriteranno le mie speranze. È sembrato a taluno, che pur era dottissimo, non altro esser piacere fuorchè cessazion di dolore. La quistione sarebbe alquanto intralciata da diffinire, ed io non voglio mettermi a quistioni intralciate; ma potrebbe darsi che anche dal dolore ne cavassi elementi di piacere. Chi sa? Quali ottimi effetti non debbo ripromettermi dall’avanzare in quest’arte del distillatore?

Detto, fatto. Dopo quel giorno Stanislao è tutto intento alla composizione del suo elisire. A molti sembra diventato migliore, a molti altri peggiore: ma certo non è più quello di prima. La più parte il credono pazzo. Guarda il cielo, guarda l’acque, ascolla volentieri la musica, odora fiori, passeggia, conversa con persone che gli vanno a genio, legge, canticchia, zufola, si