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Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/59

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VII. ATALANTA.

Tanto s’è detto a scapito della mitologia, che la più parte de’ giovani ne rimasero svogliati per sempre. Non è dunque superfluità, se occorrendo accennare ad alcuna di quelle favole, se ne faccia la narrazione, come cosa che potrebbe essere non saputa, o scappata dalla memoria. I giovani sono quelli pei quali scriviamo più propriamente questi articoli di costumi; e chi vorrebbe farsi maestro degli attempati? Sebbene nè manco pei giovani intendiamo schiccherare lezioni, solamente offrir loro, non più che a modo di consiglio, i risultamenti della nostra esperienza, non troppo lunga, a dir vero, ma sgombera, o che almeno crediamo, da prevenzioni.

Atalanta fu dunque una giovane di natura piuttosto selvaggia, che facea vista di non voler piegarsi alle nozze di verun uomo. Mostrando di disamare, o di non far per lo meno che assai poco caso di ciò che forma l’onesto desiderio delle fanciulle, aveva riposto il proprio cuore e la propria ambizione, indovinate in che cosa? nella corsa. Voi avreste creduto, e con ragione, che sarebbe stata minor stravaganza se in luogo della corsa avesse avuto l’animo al ballo. Ma il voler dar legge ai capricci, è come chi volesse dir al vento di soffiare piuttosto per qua che per là, allora quando gli monta la voglia di que’ suoi buffi tanto bizzarri. Poneva la giovane di cui