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XIII.
A chi risplendi, o luna? In chiuse stanze,
Cui lungo di doppieri ordin rischiara,
D’allegra gioventù fervon le danze
4E più d’un’alma a delirar impara.
Ma donna di pudiche alme sembianze.
Mentre passa le notti in veglia amara.
Rianda i corsi tempi e le speranze,
8Quando la vita a lei parve sì cara.
Vanne di quell’afflitta alla dimora,
O luna, e d’un gentil raggio ricrea
11La cameretta ov’ella siede e plora.
Sovvienti quando meco ella movea
Per ermi calli? Oh come dolce allora
14Su quella fronte il tuo raggio battea!