Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/285

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Tanto è ciò vero che da quelli i quali si proferiscono con troppa spontaneità, e mostrano voler abbreviare con soverchia e intempestiva espansione il tempo e l’opera degli esami, è da guardarsene, ed usar con essi come col pruno e col rovo, che si appiccano addosso a chi passa appunto perchè male piante, laddove l’ulivo e la vite aspettano che altri stenda la mano a cogliere le dolci frutta da loro portate. Rarissimi sono i casi in cui possa bastare, trattandosi di amicizia, il poter dire ciò che Montaigne dell’amico suo La Boetie: se mi si astrigne a dichiarare perche lo amassi, mi sento obbligato a rispondere che non per altro se non ch’egli era egli, cd io io. Questa dichiarazione deve bensi farsi da ognuno che voglia essere sincero nell’allegare i motivi per cui scelse ad amico piuttosto una che altra persona, ma non deve essere il solo motivo. Considerando Montaigne e La Boetie, vengono facilmente al pensiero quelle ragioni che l’ingegnoso scrittore, per dar più forza all’argomento della simpatia, mostrava di non saper addurre. Dipingo in lungo tempo, rispondeva Zeusi a’ suoi critici che lo accusavano di tardità, perchè dipingo per lungo tempo; e con eguale giustezza fu scritto: il mezzo di procacciarsi amici che durino molto tempo esser quello di procacciarseli in molto tempo.

Quanto si è fin qui detto riguarda più che altro il modo della scelta; argomento non meno