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- L’uomo è animale ragionevole, ma non si briga gran fatto di parer tale.
- Se deve usare della propria ragione, il fa più tardi e più alla sfuggita che gli è possibile.
- Fra gli argomenti intorno a’ quali fa uso della propria ragionc, sceglie quelli che sono i più frivoli.
- Non mai si sbraccia con più calore a metter fuori la sua ragione d’allora ch’egli ha torto.
Da queste quattro conclusioni si passa naturalmente a queste altre:
- L’uomo è modesto in proposito di ragionevolezza.
- È indifferente in proposito di giustizia.
- Si appassiona per le cose da nulla.
- Persiste con tutto valore nel proprio torto.
Certo da queste conclusioni non ci guadagna gran fatto l’onore della nostra specie; ma vuolsi avvertire che le non sono generali, e non poche eccezioni possono essere suggerite a ciascuno dalla propria memoria, e dalla pratica della vita.
Quanto a quelli poi che trovassero prive affatto di fondamento le nostre osservazioni e le conclusioni che ne abbiamo tratto, veggano di rileggere la quarta; e con un poco di pazienza, quando tutta non sia loro fuggita, si contentino di esaminare se nulla sia in essa contenuto da poter riferire a sè stessi.