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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/75

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nerazione quanto il moto lontane. Le tenebre addensate sull’originario significato delle frasi e delle immagini dalla ignoranza e dalla vigliaccheria, resero necessario l’ufficio de’ comentatori; e ciò che si cantava dapprima per la strada dal condottiere di muli, come espressione dei bisogni di tutto un popolo, fu rispinto a corrompersi fra le cattedre, e ad esser venduto come balsamo di sapienza recondita dai cerretani, che dettavano in un barbaro latino le loro ricette chiamate chiose ed illustrazioni.

Eppure quella divina Commedia era tale, che a simiglianza del fuoco sacro, quantunque seppellita fra le tenebre e il lezzo della cisterna, poteva esser tratta di là e venir collocata di nuovo sull’altare. Ciò quanto alla bellezza artistica del lavoro; ma quanto a popolarità? Quell’altissimo carme era fatto eco di passioni incognite o solitarie; a somiglianza delle incisioni nelle quali ritraggonsi i quadri, la bontà del disegno era conservata, ma perduta affatto l’efficacia del colorito. Sarebbe toccare con crudele compiacimento la principal piaga della nostra letteratura insistendo di vantaggio sulle cagioni onde la divina Commedia rimase unico monumento di poesia nazionale, e non temeremo di dir popolare. Non mancherà forse chi cominci dal negare il fatto, ciò che ne condurrebbe ad una controversia inutile e lunga. Veniamo a qualche cosa di più particolare, e meglio conosciuta universalmente.