Pagina:Pulci, Luigi – Il Morgante, Vol. I, 1930 – BEIC 1902663.djvu/96

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CANTO QUINTO Pura colomba piena d’umiltade, in cui discese il nostro immenso Iddio a prender carne con umanitade, giusto, santo, verace, eterno e pio, donami grazia, per la tua boutade, ch’io possi seguitar il cantar mio, pel tuo Ioseph e Giovacchino ed Anna e per Colui che nacque alla capanna. 2 Rinaldo e ’l suo Dodone e ’l gran marchese gran festa fanno co’ nuovi cristiani; e battezzato è giá tutto il paese del re Corbante e’ suo’ primi pagani; e Ulivier per la dama cortese ogni di fa mille pensieri strani, ed ora in torniamenti ed ora in giostra, per piacere a costei, gran forza mostra. 3 E benché assai lo pregassi Rinaldo, non si sapeva accomiatare ancora, ché la donzella lo teneva saldo, come áncora la nave tien per prora; quanto è piú offeso il foco, e poi piú caldo; cosí piú sempre Ulivier s’innamora quanto Rinaldo il partir piú sollecita; ed ogni scusa gli pareva lecita.