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114 il morgante maggiore.

64 Dicea Rinaldo: A Caradoro andremo,
     Se non ti fussi, cavalier, disagio.
     Orlando disse: A tuo modo faremo,
     Chè di piacerti mi sarà sempre agio.
     Disse Morgante: Andate, noi verremo.
     E finalmente n’andorno al palagio.
     Rinaldo a Carador gli rappresenta,
     Perch’e’ voleva ch’ogni cosa senta.

65 Re Caradoro, quando Orlando vede,
     Tosto della sua sedia s’è levato:
     Orlando gli volea baciare il piede,
     Ma Carador l’ha per la man pigliato;
     Disse: Macone abbi di te merzede,
     Il tuo venir m’è troppo, baron, grato,
     Per veder quel che non ha pari al mondo,
     Come se’ tu, Brunor, baron giocondo.

66 Meridiana, quando fu in presenzia
     D’Orlando, sospirò la damigella;
     Orlando prese di questo temenzia,
     Verso la dama in tal modo favella:
     Are’ti32 io fatto oltraggio, o violenzia,
     Che tu sospiri sì? dimmel, donzella.
     E ricordossi ben di Lionetto,
     Tanto ch’egli ebbe al principio sospetto.

67 Disse la dama: Tu m’innamorasti
     Quel dì che insieme provammo la lancia,
     E con quel colpo l’elmo mi cavasti,
     Tanto ch’ancor n’arrossisco la guancia;
     E questa treccia tutta scompigliasti,
     Come se fussi un paladin di Francia;
     Poi mi dicesti: Tórnati alla terra,
     Chè con le dame non venni a far guerra.

68 Questo mi parve un atto sì gentile,
     Che bastere’ che fussi stato Orlando:
     Tu disprezzasti una femmina vile;
     Per questo venni così sospirando.
     Orlando è corbacchion di campanile,33
     E non si venne per questo mutando;
     E disse a Carador: Séguita avante
     Quel che vuoi dir dopo mie lode tante.