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244 il morgante maggiore.

129 Mandisi il bando, al mio parere, e tosto,
     Che lo riveli sanza alcun sospetto
     Chi l’ha tenuto o tenesi nascosto;
     Però che di dolor mi s’apre il petto,
     E d’onorarlo per Dio son disposto
     Siccome imperador magno e perfetto:
     E sempre piangerò questo peccato,
     E vo’ al sepolcro andar, com’è trovato.

130 E dico, ch’a voler bene onorallo
     E’ si raguni tutto il concestoro,
     E che si facci subito scultallo,19
     Non di marmo, o di bronzo, anzi sia d’oro,
     Con la corona sopra un gran cavallo,
     Come ferno i Roman d’alcun di loro,
     E lettere scolpite eterne e salde
     Della sua gloria e fama e pregio e lalde.20

131 E come il ciel già mandassi il vessillo,
     Ch’è stato in terra assai più avventurato,
     Che quel ch’a Roma riportò Cammillo,21
     Allor che ’l Campidoglio era occupato.
     Orlando, come savio, alquanto udillo;
     Poi prestamente il bando ebbe ordinato;
     E com’e’ fu per tutto andato il bando,
     Alda la bella ne venne a Orlando.

132 E disse come Carlo in casa avea,
     E come per dolor non parea vivo:
     Tutta la corte gran festa facea,
     Perchè credean di vita fussi privo;
     Rinaldo molto lieto si vedea,
     Accusando sè misero e cattivo;
     E fu menato a corte a grand’onore,
     E posto in sedia, Carlo imperadore.

133 Astolfo chiese a Carlo perdonanza,
     E Carlo perdonanza chiese a lui,
     Ed accusava il conte di Maganza,
     Dicendo: Consigliato da quel fui:
     Quivi alcun giorno si fece l’usanza,
     Ognun si scolpa de’ peccati sui,
     Come nel dir seguente dirò in versi.
     Guardivi il ciel da tutti i casi avversi.