43 Marsilio era uom generoso e discreto;
Molto gentil rispose, come saggio:
Io non son ragazzin d’andarti drieto.
S’io lo togliessi, io farei troppo oltraggio,
Però che ’l tuo valor non m’è segreto,
Ch’io n’ho veduto a questa volta il saggio:
E ’l sogno è ver, ch’acquistato ho il destriere,
Poi che mel dai; ma non sognai cadere.
44 E vo’, Rinaldo, una grazia mi faccia,
Che venga meco a starti a Siragozza
Co’ tuoi compagni; e ciò non ti dispiaccia,
Benchè a te nostra terra parrà sozza:
Nè creder ch’a Parigi si confaccia,
Dove ogni gentilezza si raccozza;
Pur qualche giorno ti darò diletto
Quant’io potrò, per lo Dio Macometto.
45 Rinaldo disse: Tanta cortesia
Per nessun modo, re, confonder voglio;
Ma s’io t’ho fatto al campo villania,
Di questo quanto posso or me ne doglio,
E dicone mia colpa o mia pazzia,
Chè così far per certo mai non soglio:
Non ti conobbi allor pel mio Gesue.
Disse il pagan: Di ciò non parlar piue.
46 Non ti bisogna di ciò scusa prendere,
Usanza è di mostrar la sua prodezza,
E sempre non si può di pari offendere;
Bench’io cadessi per la tua fierezza,
Io ne volevo in ogni modo scendere.
Rinaldo rise di tal gentilezza,
E disse: La risposta tua significa
Quanto la tua corona è in sè magnifica.
47 Rimontò a caval Marsilio allora.
Così Rinaldo, perchè n’era sceso,
Come colui ch’e’ suoi maggiori onora:
Marsilio per la man poi l’ebbe preso,
Ed Ulivier volea pigliare ancora;
Ma Ulivier s’è scusato e difeso;
E poi che i convenevoli fatti hanno,
Inverso Siragozza se ne vanno.