29 Orlando non s’avea mai l’elmo tratto,
Onde il Soldano un giorno gli ebbe detto:
Deh dimmi, cavalier, che stai di piatto,
Per che cagion tu tien sempre l’elmetto?
Ch’io non posso comprender questo fatto;
Tu mi faresti pigliarne sospetto:
Io vo’ che tu mel dica a ogni modo,
Se non, ch’io crederò che ci sia frodo.
30 Diceva Orlando: Certa nimicizia
Fa che questo elmo tengo così in testa,
Acciò che non pigliassi ignun malizia
Di farmi a tradimento un dì la festa.2
Disse il Soldano: Qui è sotto tristizia;
Non si riscontra ben la cosa a sesta:
Sempre color che sconosciuti vanno,
O per paura o per malizia il fanno.
31 Io ho disposto in viso di vederti,
Se non, che mal te ne potrebbe incôrre.
Diceva Orlando: In ciò non vo’ piacerti,
D’ogni altra cosa puoi di me disporre.
Disse il Soldano: E’ convien ch’io m’accerti.
E vollegli la mano al viso porre:
Orlando gli menava una gotata,
Che in sul viso la man riman segnata.
32 Quivi il Soldan con gran furor si rizza,
E grida a’ mamalucchi: Su, poltroni.
Orlando fuor la spada non isguizza,
Che conosciuta non sia da’ baroni:
Rivoltossi a costor con molta stizza,
E da lor si difende co’ punzoni;
E pèsche sanza nocciolo appiccava,
Che si ritrasse ognun che n’assaggiava.
33 E Spinellon, come fedel compagno,
Subito pose alla spada la mano,
E fe di sangue con essa un rigagno,
Ché nessun colpo non menava invano.
Ma poi che vide, e’ non v’era guadagno,
Si fuggì in una camera il Soldano,
E per paura si serrava drento:
Orlando si ritrasse a salvamento.