Pagina:Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu/178

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eugenio anieghin 137

“Sì, è il giorno onomastico di Taziana. La Olga e sua madre ti pregano di andarvi e non ammettono scusa nè rifiuto.”

“Vi sarà molta gente, molta feccia.”

“Nessuno, te l’accerto. Cioè, ci saranno i loro parenti. Andiamoci. Fammi questa finezza!”

“Va là, io acconsento.”

“Come sei garbato!”

Così dicendo, Vladimiro fece un brindisi alla sua bella, e vuotò il suo bicchiere. Poi ricominciò a parlare..... di che?.... d’Olga! Così sono fatti gli innamorati. Vladimiro ansava di giubilo. Il beato istante veniva fra due settimane. La corona fiorita d’amore, il misterioso talamo d’imeneo dovevano guiderdonare la sua costanza. Egli non scorgeva in prospettiva gli impicci, le brighe del matrimonio padre d’infiniti sbadigli. Mentre noi altri aderenti dell’avita celibe ci raffiguriamo la vita coniugale come una trista serie di scene formidande, come un romanzo sul genere di quelli di Augusto Lafontaine...1 il mio povero Lenschi era nato e destinato a quella sorta di esistenza.

Fu amato.... o almeno credè d’essere amato.... e fu felice. Avventuroso colui che crede; colui che sbandisce la fredda ragione e s’addormenta nella calma della fede come un viandante ubriaco sulle piume, ovvero (per usare similitudine più vaga) come una farfalletta sul fiore di cui pur ora ha delibato il succo! Ma guai a colui che tutto prevede, che non si lascia mai abbagliar dalle illusioni, che da ogni atto,

  1. Autore tedesco la cui famiglia era oriunda francese. Scrisse molti romanzi d’argomento domestico.