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l’Inde, e finalmente il mio libro: La langue française dans ses rapports avec le sanscrit et avec les autres langues indo-européennes.

La lingua russa deriva direttamente dallo slavone. Non v’è mischiato nessuno altro idioma, e presenta in ogni sua parte un carattere omogeneo, regolare, armonico, che manca a molti idiomi moderni più coltivati e più illustri.

Per la declinazione, la lingua russa e la pollacca sono le sole europee che possano gareggiare col latino. La lingua russa non conosce li articoli, quel flagello dei dialetti neo-latini; esprime le relazioni dei vocaboli fra loro, a forza di desinenze come il Latino e il Sanscrito. Il Sanscrito ha otto casi: il nominativo, l’accusativo, l’instrumentale, il dativo, l’ablativo, il genitivo, il locativo, il vocativo. Il russo e il pollacco ne hanno sette: il nominativo, l’accusativo, l’instrumentale, il dativo, l’ablativo, il genitivo, il vocativo. Il latino ne ha sei: il nominativo, l’accusativo, il dativo, l’ablativo, il genitivo, il vocativo. Il greco ne ha cinque: il nominativo, l’accusativo, il dativo, il genitivo, il vocativo. La coniugazione sanscrita è molto ricca e complicata: la greca sola le può stare a confronto: la latina è povera in paragone di quelle, e la russa e la pollacca sono ancor più povere della latina; ma suppliscono ai tempi che loro mancano, mediante gli ausiliari avere ed essere. Ciò nondimeno la lingua russa e la pollacca sono di tutte le europee le più alte a tradurre i testi latini con una concisione che gli altri idiomi, carichi di articoli, di particelle, di ausiliari, non possono raggiungere.