Pagina:Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu/53

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12 il prigioniero del caucaso.

oppresso dalla piena del dolore, prorompe in pianto.... La vista di quell’amore disperato gli pesa sulla coscienza più che piombo. Finalmente confida alla pietosa le sue ambasce: “Dimenticami;” egli le dice; “non son degno della tua bontà. Non perder meco i dì preziosi di gioventù; dona il cuore a uno che meriti di goderlo e che ti vendichi della mia freddezza. Egli ti sarà fedele; saprà apprezzare la tua bellezza, il tuo soave sguardo, i tuoi baci di miele, i tuoi divini accenti.... Vittima delle passioni, io mi consumo privo di desideri e d’entusiasmo. Mira sulla mia fronte tutti gli indizi d’un infelice amore e d’una interna lotta.... Lasciami per pietà; non inasprire le mie piaghe. Sventurata donzella, perchè non ti conobbi prima, allorquando io credeva alla speranza e ai sogni del cuore? Ormai è troppo tardi. Io son morto alla felicità; tramontò per me l’astro del piacere; i miei sensi intorpiditi più non fremono alla voce dell’amore....

”Quanto è penoso dover contraccambiare l’affetto coll’indifferenza, le lacrime di due begli occhi con un gelido riso! Dura condizione quella d’un amante, che, punto dalla gelosia, pensa ad una altra donna fralle braccia d’una appassionata fanciulla!...

”Quando delibi i miei baci con lenta avidità, e immersa nella voluttà, lasci scorrere inosservato il tempo fugace, io, astratto, meditabondo, discerno innanzi a me, quasi in sogno, le sembianze della mia diletta; io la chiamo per nome; a lei mi appresso; non vedo, non sento più altro che lei: e mentre io giaccio a te allato, io mi stringo al seno, non te, ma quella forma aerea, invisibile; per quella io bagno di