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II.

MISSIONE POLITICA DI NINO COSTA IN ROMA NEL 1864.

Lettere di Giuseppe Checchetelli.


Torino, 14 giugno 1864.


Carissimi amici.

E ben dico carissimi perchè mi vi rende il sagrificio che voi fate alla Patria della tranquillità vostra. Ho ricevuto pochissime righe da Mario nelle quali non v’ha che un rimprovero, del non aver noi risposto pur con una lettera alle vostre moltissime. Quanto a me giova che s’intendiamo bene: io non ho ricevuta altra lettera vostra da quella indicatavi di sopra; nè quella, per verità mi dava molto argomento a rispondere. Ho, egli è vero, ricevuto una lettera di Fl., ed un’altra ne ricevo ora in cui pur esso l’assoluta mancanza delle nostre lettere. Anche a Fl. rispondo oggi. Quanto a voi ora non mi terrete più il broncio perchè non abbia risposto a lettere che non ho ricevuto. E non le ho ricevute perchè non essendo io in Torino, Mario non potè comunicarmele. Del resto so che Mario vi ha già scritto spiegandovi il nostro silenzio. Quind’innanzi, quanto a me, mi atterrò al consiglio di Fl. scrivendovi ora per una via ed ora per un’altra.

Comincio col rallegrarmi per la bella riuscita della festa nazionale; e tanto più me ne rallegro che, secondo scrive Fl., niuno dei nostri sia caduto nelle unghie del Collemassi. Intendo dei nostri che fecero parte attiva di quella. Ciò produce due effetti che convengono al fine di aggiungere forza al centro direttivo: incoraggia gli operanti infondendo in loro la sicurezza di scampare al pericolo anche nel momento che agiscono e sdegna più che mai contro la Polizia Papale coloro che furono maltrattati per un fatto di cui non erano responsabili. Egli è questo il mettervi più che mai in credito al di fuori, facendo tacere quegli speculatori di politica che per timore di essere dimenticati hanno paura di non dimostrarsi mai liberali abbastanza, e gridano e ciarlano, e non tenendo conto della situazione