Pagina:Questioni Pompeiane.djvu/63

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programma recato qui sopra. Solo può stimarsi a ragione che non dovesse gran fatto discostarsi dalla maniera latina, se la sigla numerica IIII della linea seconda vale Quatuorviro.

La formola latina quando è completa propone il nome del candidato, poi la magistratura a cui è cercato, indi la persona che lo dimanda, e ciò colla frase ordinaria Oro Vos Faciatis, che spessissimo dissimulata nelle tre sigle OVF, o sciolte, od unite in monogramma diedero luogo sino ad ora ad interpretazioni diverse. Tra queste la più falsa, proposta già nel Wiener Jahrbücher (XX, 14), e poscia dall’Orelli, leggeva: Omni Voluntate Faciatis (Orelli, Coll. ampl. Inscr. Latin. n. 3700). I nostri letterati si discostarono assai meno dal vero, siccome ho dimostrato in altro articolo (v. Bull. p. 4, segg.), nel quale produssi il primo la piena interpretazione di dette sigle. I nomi degli aspiranti leggonsi commendati da frasi onorevoli, tra le quali primeggia sì, che se ne può dire ordinario l’uso, la lode di probità, di verecondia, di merito verso la patria.

Fra questi appellativi, il V. B., ossia Virum Bonum vi è solenne, siccome frase cred’io solita adoperarsi a determinarne la condizione. Così almeno in Roma si costumò, onde Seneca, Omnes candidatos Bonos Viros dicimus (Epist. 3). Diconsi inoltre Dignissimi, Probissimi, Verecundissimi, Digni Reipublicae1; altri

  1. e. g. M • HOLCONIVM • PRISCVM
    VERECVNDISSIMVM . D • R • P • O • V • F • DIGNISSIMVM
    cioè Dignum. Rei. Publicae. Oro. Vos. Faciatis. Dignissimum.