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cenere addosso alle mura di Pompei, è in posizione assai obliqua, ed a seconda dell’andamento della collina sottoposta: onde si domanda, come un’alluvione può recar seco queste due materie, depositandole l’una sopra dell’altra senza confonderle, ed impastarle in una sola massa fangosa; nella quale torbiera ogni ragione dimostra, che le pomici avrebbero dovuto prendere il posto superiore come disgregate, e galleggianti, sapendosi, che anche i sassi di gran mole sono sospesi sui torrenti fangosi. Dipoi, niuna corrente può produrre quel grado d’inclinazione che hanno i due strati: inoltre, la giacitura dei piani inclinati supporrebbe la valle, che passa tra mezzo il Vesuvio, e la collinetta di Pompei, sott’acqua, e le ceneri ed il lapillo non più provenienti dal Vesuvio, ma invece dalla cima della collinetta pompeiana; nel qual unico caso le materie che si precipitano a piedi dei colli tagliati a picco e percossi dalle acque sogliono pigliare una superficie inclinata, sebbene con base assai larga.
Gli avversarii invece suppongono, che un torrente rovinosamente calando dal Vesuvio possa passare sul piano o valletta, che giace tra le radici del monte, e la collinetta ove è Pompei; che possa salire detta collinetta trasportando seco quell’enorme materiale; che quivi respinta la corrrente impetuosa dall’ostacolo delle mura faccia il suo deposito nel senso inclinato della collina, e prima di lapillo, poi di cenere sopra di esso; mentre il pelo superiore dell’acqua con essi i lapilli vincendo l’altezza della muraglia entra ad inondar Pompei, e sepellirlo nel lapillo che porta seco; sup-