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Pisa, 15 gennaio.


I.


Se lo stato delle menti fosse oggi qual era nel 1849, il pericolo d’Italia potrebbe essere reale.

Ma la fortuna nostra volle che i due grandi movimenti del 1848 e del 1859 non fossero tanto vicini tra loro da non darci tempo a soffrire degli errori commessi (che è la più utile fra le esperienze), e neppur fossero tanto lontani da rendere inutile per gli uomini del 1859 la lezione pratica ricevuta dal 1848.

Così i cervelli si sono corretti. Lo spirito pubblico si è rassodato, e l’Europa ha dovuto stupire del senno pratico degl’Italiani, più che non s’era stupita in altre occasioni delle loro pazzie.

Ma delle lezioni date a noi, non ne profittammo noi soli; tutti ne hanno profittato. Dappertutto si nota un rapido sviluppo di maturità nelle moltitudini. La scienza dell’attenersi al possibile più che al desiderabile, la scienza del sapere aspettare, il senno pratico, attributi sin qui di pochi eletti, sono ora dati alle moltitudini. Le abbiam

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