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Pagina:Raccolta di rime antiche toscane - Volume primo.djvu/61

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La qual vinca, et abbatti

     Gran parte de’ miei fatti,
Sì, ch’altro dir non posso,
     Ch’esto mondo è sì grosso,
Che ben per poco ditto
     Si giudica ’l diritto:
Che lo grande, e ’l minore
     Che vivano a romore.
Perciò ne sia avveduto
     Di star tra lor sì muto,
Che non ne faccian risa.
     Passati a la lor guisa:
Che ’nnanzi ti comporto,
     Che tu segui lor torto,
Che se pur ben facessi,
     E tu lor non piacessi,
Nulla cosa ti vale
     Il dire bene, e male.
Però non dir novella,
     Che non sia buona, e bella
A ciascun, che la ’ntende:
     Che tal te ne riprende,
Et aggiunge bugia,
     Quando se’ ito via;
Che ti de’ ben volere.
     Però déi tu sapere
In cotal compagnia
     Giuocar di maestria:
Cioè, che sappi dire,
     Quel, che debba piacire:
E lo ben, se ’l saprai,
     Con altri li dirai,
Dove sia conosciuto,

     E ben caro tenuto.