Che li atti de l’Amore,
Che son così diversi,
Rassembra, e mette ’n versi.
Et i’ mi trassi appresso,
E dimandai lui stesso,
Ched elli apertamente
Mi dica ’mmantenente,
E lo bene, e lo male
De lo fante, e de l’ale,
De li strali, e de l’arco:
E donde tale ’ncarco
Li viene, che non vede.
Et elli ’n buona fede,
Mi rispose ’n volgare:
De la forza d’amare
Non sa, chi non lo prova,
Perciò se a te ne giova,
Cercati fra lo petto
Del bene, e del diletto,
Del male, e de l’errore,
Che nasce per amore.
Assai mi volsi ’ntorno
E la notte, e lo giorno,
Credendomi fuggire
Dal fante, che ferire
Lo cor non mi potesse.
E s’io questo tacesse,
Fare’ maggior savere:
Ch’io fui messo ’n potere,
Et in forza d’amore.
Però, caro Signore,
S’i’ fallo nel dettare,
Voi dovete pensare,
Che l’uomo innamorato