Pagina:Racconti sardi.djvu/32

Da Wikisource.

— 28 —

tagna ti trovò, quasi morto, sulla neve. Ti prese sul suo cavallo e ti portò qui. Sei a Fonni sai! Dopo molte cure, rinvenisti verso le cinque di questa mattina, ma subito ti assalì la febbre e il delirio, sicchè non potei sapere chi tu fossi. Al tuo vestire credo che tu sii del villaggio di A..., ma non so chi tu sei!..

«Le raccontai la mia storia, non tacendole il motivo del mio viaggio e le mie prossime nozze con Simona.

«— Devi esser ben povero se, per comprare gli anelli, ti vedesti costretto a intraprendere un viaggio così!... — mi disse Cosema fissandomi coi suoi grandi occhi neri lucenti.

«— No, — risposi, — non sono tanto povero! Ho un chiusetto piantato a castagni che mi rende venti studi ogni inverno, ed ho buone mani per lavorare! Ma è neccessario che vada a Nuoro di tanto in tanto per vendere i miei prodotti. Ho anche il carro e i buoi, e il cavallo e la casa... non sono povero, no. E anche Simona mi porterà qualche cosa...

«Parlammo così lung’ora, con la massima confidenza, quasi ci fossimo conosciuti da molto; e Cosema, a sua volta, mi disse che era orfana e ricca. Amministrava da sè, essendo pochi mesi prima morto il suo tutore, e aveva una serva e due servi, uno contadino e l’altro, quello che mi aveva salvato, pastore. Possedeva la casa, un orto grandissimo, una tanca e molto bestiame.