Pagina:Racconti sardi.djvu/53

Da Wikisource.

— 49 —

le cavallette che rovinavano la vigna di Don Giovanni? E quelle di Jolgi Luppeddu?..

— È vero... è vero... ma! Vedremo! Domani gli parlerò.

— Ah, se sciogliesse la magia!.. esclamò Saveria.

Quella notte i due sposi sognarono nuovamente un bel bambino bruno; ma l’indomani, per quante preghiere Antonio gli facesse, il mago del villaggio ricusò assolutamente di disfare l’incantesimo.

Era un tipo alquanto misterioso quel mago: viveva come tutti gli altri uomini del mondo, però non lavorava mai.

È vero che oltre le magie pubbliche di cui menava vanto, come l’uccidere le cavallette e il sanare le pecore malate con semplici parole misteriose, per cui non accettava compenso alcuno egli riceveva molte visite notturne; però nessuno ci badava e generalmente si credeva che i genî che egli aveva al suo comando gli dessero il denaro e le provviste che abbondavano nella sua catapecchia. Ma forse Antonio la pensava diversamente perchè, viste mal riuscite tutte le sue preghiere e anche le sue minaccie, si recò una notte da Peppe e gli promise un bel luigi d’oro purchè sciogliesse finalmente la fatale magia.

Sulle prime Peppe fece il sordo, si mostrò anzi scandalizzato, come un artista a cui si