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dire da lei: — Sarò tua, tua per sempre, e amerò sempre te, te solamente! soffrivo qualcosa d’immane; un’angoscia incomprensibile che confusa alla intensa voluttà di trovarmi con Gella e di sentirmi amato da lei, produceva una specie di pazzia nel mio cervello sconvolto. Tutto mi turbinava attorno e confondevo il passato col presente, i sogni con la realtà.
Se in quel tempo avessi scritto il mio giornale, avrei formato il più interessante dei romanzi psicologici, perchè son convinto che nessun uomo sia stato più stranamente e completamente innamorato di me.
Quando giunse il Novembre e mi decisi a partire mi sembrò che mi destassi da un lungo sogno: l’ultima notte che passai con Gella sulle mie ginocchia, ricordo d’aver pianto come un bambino, e non scorderò mai il brivido provato nel sentirmi dire da lei: E se al ritorno mi troverai... morta?...
Mi guardò tremare con un freddo sguardo e la senti mormorare cupamente: — Altre volte non ti dividevi così da me! — Ma non posi mente al suo sguardo e alle sue parole: vi ripensai solo più tardi.
... Partî. Nei primi mesi parevo inebetito: non studiavo, non mangiavo nè dormivo, e scrivevo a Gella lunghe lettere che... non le mandavo perchè così voleva lei, per non dare dei sospetti: ma a poco a poco mi abituai alla lon-