Pagina:Racconti sardi.djvu/92

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la pietra: troverai un’altra pietra fissa al suolo.

Leva anche questa e vedrai una croce di ferro posta attraverso ad un buco. Billia, cammina cammina, arriva oggi stesso: altrimenti i tuoi passi saranno perduti e il demonio s’impossesserà della tua fortuna.

— Accidenti, che bel sogno! — gridò Antonio. Ma, nonostante la sua scettica ironia, egli sentì un brivido serpeggiargli per le reni. Nella sua infanzia aveva udito tante storie di tesori nascosti, custoditi dal diavolo che se ne imposessava, se dopo un certo tempo non venivano ritrovati, e nella sua prima giovinezza gli era accaduto un fatto strano di quel genere: una notte, fuggendo attraverso un bosco, inseguito dai carabinieri, perchè allora egli latitava, imputato di un omicidio di cui più tardi era stato assolto, aveva veduto, al chiaro della luna, un mucchio di splendide stoffe, broccati, panni fini e sete, e due vasi pieni d’oro, e aveva chiaramente sentito una voce, uscente dal prezioso mucchio, dirgli: Fermati, tutto è tuo, fermati!

Ma, poco distante, egli udiva il passo dei carabinieri e gli era impossibile fermarsi: quindi proseguì la sua corsa. Scampato il pericolo, l’indomani tornò a quel sito, ma invece di stoffe trovò grandi pietre di granito nero in forma di pezze, e due tronchi bruciati che conservavano la figura di vasi.

Ad onta di tutto ciò egli, che credeva solo