Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/61

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- 53 Capitolo XIII. LE RELIQUIE TRASPORTATE IN ACERENZA. Del trasporto delle reliquie del santo in Acerenza, come è partiatamente raccontato nell’ agiografia, faremo brevi parole; e diremo, per verità, che nulla è nel racconto che non sia del tutto conformo a’sentimenti, agli usi, ai concetti del tempo in cui fu scritta, sia esso il secolo XII, sia una più remota età. L’agiografo, senza dubbio, ricamò sul canovaccio di un’antica tradizione, o della chiesa saponarese o dell’acheruntina. Di quest’antica tradizione ci è dato trovare le filamenta, oltre alle attestazioni dell’Ughelli, in antichi documenti. L’Ughelli scriveva: < In questa città di Acerenza si conserva anche una parte del martire san Laverio; ma in qual posto e in quale chiesa, gli è ignoto; benché gli Atti del martire affermino conservata nella chiesa di San Giovambattista. È non pertanto credenza che fosse riposta nell’antichissima chiesa che oggi (hodie) si dice di San Laverio, e che un tempo fu dedicata allo stesso Precursore.1 > Un più antico accenno alla tradizione stessa lo si rinvieno in un diploma che porta la data dell’anno 1097; e che è una bolla a favore del vescovo di Tricarico Librando, data da Arnaldo, arcivescovo di Acerenza. Il quale, confermando al vescovo le chiese e i monasteri < greci e latini > e le altre e vario possessioni della chiesa tricaricese, minaccia agli usurpatori di esso la pena della scomunica in nomo e parte dell’autorità apostolica Petri et Pauli, nec non militis Christi Laverii, simulque Canionis.’ Per verità, il Di Meo dubita dell’autenticità anche di 1 Italia sacra, vol. VII, col. 9. • La bolla fu pubblicata da Mr Zavahrùm «dall’originale (egli dice) che si conserva nell’Archivio della Cattedrale di Tricarico. • Vedi a pag. XI delle Note alta Uolla di Godano, oc. (Napoli, 1769»), in seguito all’opera: Esistenza e validità, co., sopra citata.