Pagina:Ragguagli di Parnaso.djvu/46

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22 RAGGUAGLI

che nè anco i carichi più supremi attaccassero punto di ambitione, e di superbia, a quei, che con somma autorità gli havevano maneggiati: particolarità altrettanto degna di consideratione, quanto in qual si voglia altro Prencipato, ò ben constituita Republica, non mai era stata veduta, come quella, che direttamente repugnava alla stessa natura delle cose, e che all’hora, ch’egli fu in Vinegia, non ammirò il ricchissimo Thesoro di San Marco, non l’Arsenale, non il Canal grande co’ superbi palagi de’ Cornari, de’ Grimani, de’ Foscari, e gli altri edifitij magnificentissimi con spese reali fabbricati in quella miracolosa Città, meraviglie solo notate da gli huomini ordinarij, ma che cosa veramente ammiranda gli parve che fosse, vedere il signor Sebastiano Venieri, poco prima stato Generale di così potente armata, famosissimo per la gloriosa Vittoria navale, che havea ottenuta contro il Turco, ritornar privato in Vinegia, e con tanta civil modestia passeggiar la piazza, che in nessuna cosa era dissimile da que’ Senatori, che non si erano partiti dalla Città, e che nella Republica Venetiana era cosa troppo singolare, che i suoi Nobili tanta civil modestia, e tanta humanità sapessero usar in casa, e che poi fuori ne’ Magistrati importanti, ne’ carichi grandi, con la magnificenza, con la splendidezza, e con una reale liberalità, si facessero conoscere al mondo, non Cittadini di una ben ordinata Republica, ma huomini nati per comandare, soggetti discesi da sangue Reale, che però credea certo, non altra natione poter trovarsi al mondo, che meglio sapesse l’arte di accommodarsi alla modestia dell’ubbidire, & alla grandezza del comandare, della nobiltà Venetiana: cosa in tanto


vera,