Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/14

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vi prefazione.

di un testimonio autorevole delle cose a suo tempo accadute, la nostra narrazione. E col Priorato, il Siri, il Brusoni, il Gazzotti e più altri scrittori di quell’età o delle successive ci forniranno materiali confacenti all’uopo nostro.

Le opere degli storici stranieri ch’ebbi agio di consultare, se utili mi torneranno per chiarire gli avvenimenti, e quelli militari soprattutto, dell’epoca di Raimondo; circa la biografia di lui nulla o poco ne porgono, che accresca le notizie date dagli storici italiani, e più dai documenti inediti ai quali accenneremo.

Dagli scrittori tedeschi, infaticabili ricercatori delle antiche memorie d’ogni paese, e profondi indagatori delle cagioni dalle quali originarono i fatti anche se di non gran momento, era da attendersi che, rispetto a Raimondo nonchè ad Ernesto Montecuccoli, non avrebbero perdonato a fatiche per illustrarne la storia. Pochi invero più di codesti due hanno ben meritato della Germania. Ma il secondo di essi appena è che in addietro venisse da loro ricordato, e di Raimondo non ci dettero che biografie di poco conto. Uno Spenholtz mise fuori in Vienna nel 1668 una scrittura intitolata: Aureum vellus, seu catena virtutum Raimundi comitis Montecuculi, e una vita di quel generale (R. Montecuculi’s Leben) fu stampata in Vienna nel 1792 e nel 1802; un prete trasse poi dalle avventure di lui un dramma, che un dotto alemanno mi scrisse non avere in sè alcun valore. Niuna di queste opere mi fu dato vedere, e le credo poco note anche in Germania. Più conosciuti sono i cenni, nè esatti, nè copiosi, che Enrico Huissen, consiglier di guerra dello czar Pietro il Grande, prepose all’edizione ch’ei fece in Colonia nel 1704 (e fu la