Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/183

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radunato gente ad impedire quanto tentar volessero i pontificii ingrossatisi a Rocca Corneta, e tenere in ordine cento uomini da spedire ove il bisogno lo richiedesse: stavano poi sull’avviso i varii capitani di milizie, e per mezzo di spie si cercavano novelle da Porretta. Il commissario aggiungeva essere urgente gli si mandasse un sussidio di milizie feudali (lettera del 9 giugno). Nulla tuttavia accadde pel momento in quelle parti, come da successive lettere s’apprende, forse perché le milizie de’ Montecuccoli e di altri feudatarii formarono colà un grosso di gente bastevole alle difese, quantunque se ne fossero disposte anche al piano, e dovesse ciascun feudatario pensare a difendere il proprio castello.

L’invasione del Mattei indusse il duca di Modena a fare formale proposta ai comandanti veneti di accorrere con lui a difesa de’ popoli suoi; poiché il duca di Parma, che non s’affidava a rimaner solo da quelle parti, tenne saldo contro questo partito, il duca di Modena dovette rimanere colà, inviando al soccorso de’ suoi solamente cinquecento fanti, cento dragoni e duecento corazze. Intanto in un congresso tenuto al Bondeno si stabiliva che si farebbe l’impresa di Cento, dal duca di Parma ritenuta di esito sicuro, nonostante la contraria e più ragionevole sentenza, espressa dal Lavalette. E in effetto, mandato quest’ultimo a riconoscere la città, se da prima poté cacciar dinanzi a sé un piccolo corpo di pontificii, ed anche come narra il Brusoni, battere alcune compagnie di cavalli coll’opera della cavalleria estense comandata dal Sittoni; fu poi esso Lavalette, dall’esercito pontificio sconfitto: colpa, forse, del Farnese, che se non avesse negato al Montecuccoli quel richiesto sussidio di 500 uomini, avrebbe potuto per avventura mutare in meglio le sorti di quella giornata. Singolar uomo quel principe, più funesto talora a chi in pro di lui combatteva, che non agli stessi nemici che gli avevano tolto il dominio di Castro. Non dissimile da questa ora detta fu la ripulsa che da lui ebbe in altra circostanza il Montecuccoli ito al Finale per concertare con lui altre mosse di truppe. Questo fallito assalto di Cento fu rappresen-