Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/226

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Bolognesi, là dove voleva consigliasse a Raimondo di fare una corsa a Modena, “per aggiustare le cose sue, com’anche perché potria essere che il serenissimo Padrone lo onorasse di qualche mercede che potesse essere e che convenisse al merito del signor conte” e, come aggiunge in altra lettera, “pel buon servigio resole” che vedemmo già dallo stesso duca attestato nella lettera sua all’imperatore. Né si può questo luogo interpretare nel senso di un uffizio stabile o in corte o nella milizia, avendo poco innanzi lo stesso marchese approvato il parere del Bolognesi, ch’egli avesse cioè a restare per allora in Germania. Ma questo non desiderava il duca, che in cuor suo non aveva rinunziato a riprendere le armi, se l’occasione gli si presentasse, e desiderava perciò non gli si scostasse dal fianco un uomo del quale aveva sperimentato il senno e il valore. E questo io tengo per fermo che fosse il motivo, pel quale si riserbasse egli a mostrare più palesemente a Raimondo la gratitudine sua al tempo in che gli bisognasse valersi nuovamente dell’opera sua. In ogni modo, Raimondo si mantenne sempre devoto al duca Francesco, al quale attestava in una lettera sua il Bolognesi che sarebbe egli pronto in ogni tempo a sacrificare ogni interesse suo (Lett. del 26 febbraio 1644). E tale ebbe infatti lo stesso Raimondo a dichiararsi: non diverso in questo dagli altri della sua famiglia, che da lontane contrade ancora accorsero a prestar l’opera loro, ove ne fosse mestieri, alla casa d’Este e alla patria.

Ma se nulla al principe suo egli richiese, non si peritò tuttavia di rappresentare all’imperatore i diritti che gli competevano ad un compenso per 17 anni spesi in servigio dell’impero, e pei danni pecuniarii derivatigli, come dicevamo, dall’essergli stato, mentre era a Modena, tolto il reggimento suo, col quale aveva un credito di 3000 fiorini. E perché dalla risposta avuta “era entrato in gelosia” secondo si esprime “che altri abbia potuto stimare la sua richiesta prosuntuosa” venne egli enumerando in un Memoriale, che il Tiraboschi pubblicò , le