Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/260

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Modena che, prevedendo prossimo un conflitto cogli spagnuoli del milanese, voleva averlo presso di sé, e lo pregava ancora a condurgli quanti più soldati potesse arrolare. Ma il Montecuccoli né poteva in quel momento abbandonare l’esercito, avendone ricevuto espresso divieto dall’arciduca, al quale riferì il desiderio del suo sovrano; né aveva egli modo di raccoglier gente da mandare in Italia, imperocché le lunghe guerre, secondo scriveva, avevano esausto di uomini tutti i paesi. A scusarlo presso il duca valsero poi le lettere ad esso indirizzate dall’imperatore e dall’arciduca, con preghiera che conceder volesse a Raimondo di non lasciare l’esercito innanzi il termine della guerra. E a questo non poté rifiutarsi il duca, tanto più che intanto i timori di guerra in Italia si venivano a poco a poco dissipando. Dall’Ungheria era passato a Vienna l’arciduca all’aprirsi del settembre, e seco era colla cavalleria il Montecuccoli, come scrisse Torresini. E là, alla presenza dell’imperatore, ebbe luogo un consiglio militare, al quale intervenne l’arciduca con Galasso e con Raimondo. Fu proposto da prima che si tentasse di riprender Krems, ma poi si stimò più sano partito che le istanze dell’elettor di Baviera per aver sussidio di truppe imperiali s’avessero ad accogliere, affine di evitare che questi venisse ad una pace separata col nemico, secondo minacciava di fare. E fu a quest’uopo destinato l’esercito dell’arciduca, numeroso allora di quaranta mila uomini, che tosto dié opera a riacquistare le piazze occupate ancora dai francesi: il che senza troppa difficoltà venne eseguito. Il 26 di settembre giungevano colla cavalleria di Ratisbona il Galasso e il Montecuccoli per unirsi all’esercito bavaro, ed affrontare insieme i francesi di Turenna; i quali, troppo scarsi di forze, non aspettarono di essere assaliti per abbandonare le fatte conquiste. Con celere marcia si ritirarono essi, non senza perdita di uomini, di artiglierie e di fortezze, avendo alle spalle per ben ottanta miglia Galasso e Jean de Werth, finché non trovarono scampo in Philisbourg, già da altri di loro occupata.

Per cotal guisa in quell’anno posava la guerra, sfavorevole