Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/275

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simo, secondo aveva disposto, altro manipolo de’ suoi si azzuffava con 450 cavalieri nemici, 250 de’ quali dovettero rendersi prigionieri. Fu questo per quell’anno 1646 l’ultimo fatto d’arme di quella campagna, con mirabile ardimento sostenuta dal Montecuccoli contro uno de’ migliori generali svedesi, che disponeva di forze molto superiori alle sue. Non poté impedire i gravi danni ai quali quelle provincie, corse dal nemico, dovettero allora sottostare, privo com’era di un sufficiente nerbo di truppe; ma coll’avere così a lungo, più che colle armi, per sforzo d’ingegno, contrastato il campo agli svedesi, ed inseguitili ancora in altre provincie dell’impero, come più gravi sciagure a questo evitò, così egli meritò che gli venisse ascritto a non piccola gloria. Non è solamente col riportare segnalate vittorie, dovute quasi sempre alla fortuna di chi possiede eserciti grossi, che un generale si rende benemerito del paese al quale dedicò la sua spada; ma col destreggiarsi altresì, se le forze gli facciano difetto, affine d’impedire disastri, dai meno esperti reputati inevitabili. Il non disperar poi di conseguire con mezzi inefficaci il fine a cui si mira, non lasciandosi da qualsivoglia ostacolo sgomentare, è virtù di animi della forte tempra di quello del Montecuccoli. Né a lui va neanche negata la lode di avere in circostanze difficili più volte offerto battaglia al nemico, che mai non osò accettarla. De’ campeggiamenti suoi di quell’anno, e de’ vantaggi che da questi derivarono alle cose dell’impero, sembra che lo stesso Raimondo si compiacesse, avendone fatto special menzione ne’ suoi Aforismi, ove si legge: “Io nel 1646 tenni nella Slesia a bada gli svedesi retti dal generale Wittemberg, mentre il conte Buchaim, generale cesareo, ricuperò le piazze occupate dagli svezzesi nell’Austria e nella Moravia”. Chi pensi poi alle continue marcie alle quali astrinse il generale le scarse sue truppe per supplir qua e colà alla mancanza di difensori, e agli strattagemmi ai quali ebbe egli a ricorrere ogni tratto per passare senza incontrar danni a traverso paesi occupati in gran parte dal nemico, farà stima per avventura che il Montecuccoli, già provato in tante altre circostanze difficilissime, avrà allora anche