Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/280

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ferte di dare il protettorato dell’impero in Roma al cardinal d’Este, e titolo e officio di viceré di Lombardia al duca se lo chiedesse: non volendo, dicevano, mandare un diploma, del quale avrebbe potuto egli valersi per ottenere dalla Francia condizioni più larghe. Di codesta asserzione si mostrò offeso il conte Alfonso, il quale dichiarò che il suo principe non mai sarebbe stato nemico all’imperatore: il che per altro non escludeva ch’esser lo potesse dell’altro ramo della famiglia imperiale che dominava nella Spagna. Alcuni degli amici stessi di Raimondo, poiché tra le ragioni da lui addotte per ritornare in patria intesero esser quella di ammogliarsi, si astennero dal fare offici in favor suo pel desiderio che in loro sorse di dargli moglie in Vienna, acciò avesse a prendere colà stabile residenza. Ma perché non cessava egli d’insistere per ottenere licenza di abbandonare il servigio imperiale, gli venne significato che la richiesta sarebbe stata posta in discussione, appena venisse a Vienna l’arciduca Leopoldo. L’esito poi de’ parlamenti che su di ciò ebbero luogo, checché in pro suo facesse il conte Alfonso riescì, com’era da attendersi, contrario al voto d’entrambi, non essendoci conceduto a Raimondo neppure il congedo per soli due mesi, come aveva il conte Alfonso finito per chiedere. Era stata la decisione ultima rimessa nel Galasso; il quale, ridotto in cattiva condizione dal male della pietra che in breve lo trasse al sepolcro , dichiarò pernicioso il congedo che si concedesse a Raimondo cui egli intendeva chiamare presso di sé. Deluso tornò adunque il conte Alfonso in Italia, non altro dai diversi negoziati intrapresi in Germania avendo tratto, se non la speranza di qualche buon officio dell’imperatore in favor del duca a Roma e ad Utrecht, e inoltre l’arrolamento di un certo numero di soldati, ai quali altri mille unir si dovevano promessi da Raimondo, che impedito dal soddisfare al debito di suddito leale, voleva almeno in qualche guisa rendersi utile