Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/331

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regina di Svezia, dicendo che vengono attribuite al Montecuccoli. Nella prima di queste lo scrittore dà conto della persona di lei, della sua corte, delle due fazioni che la tenevano divisa, e di quant’altro gli fu dato osservare sino alla sua partenza dalla corte, avvenuta l’ultimo di gennaio del 1654. Tratta la seconda dei motivi che indussero la regina a rinunziare al trono, che l’autore giudica con soverchia severità, attribuendoli all’impedimento che nella costituzione della Svezia aveva trovato alla sua autorità che avrebbe voluta dispotica, al malcontento destato nel pubblico per la nomina di molti senatori, i più mediocri od inetti, mercé il voto de’ quali sperava indebolire l’autorità grande dell’Oxenstierna meritatamente goduta in Svezia, al trovarsi come isolata, non avendo posto confidenza che in tre persone, e finalmente alla malevolenza della quale fu fatta segno. Ma apparterranno a Raimondo codeste scritture? Io stimo vi sia luogo a grandemente dubitarne, quantunque m’avvegga che a quasi tutte le obbiezioni che alla mente si affacciano, troverebbersi ragioni da contrapporre. Così a chi dicesse che lo stile delle due Memorie non è quello delle opere di lui, si opporrebbe che una relazione fatta ai ministri di Vienna, come la riferisce lo storico svedese Gejier , comporta uno stile diverso da quello che usa chi scrive pel pubblico, la qual cosa ancora può dirsi rispetto alle sue lettere confidenziali. Gli errori e gli scambi di parole (scoscese per scozzese, Adolpho, Viena ec.) che al Montecuccoli non sarebbero occorsi, s’attribuiranno al copista inesperto della lingua italiana. Per quanto poi l’ammirazione di Raimondo per Cristina, che talvolta tiene dell’entusiasmo, faccia contrasto col pacato e talora severo giudicio recato intorno a lei dall’autore delle Memorie, saravvi chi cercherà, soffisticando, di chiarirlo colla differenza che fra una lettera intercede e il rapporto di un diplomatico al suo governo. Ma il Montecuccoli ammesso alla confidenza di Cristina, e a parte delle vere cagioni che lei inducevano ad abdicare, avrebbe mai, contraria-