Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/335

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tentò per affrettarla. A Brusselles chiamò essa quel diplomatico francese, non per cosa alcuna che avesse a commettergli, ma per attestarli soltanto, dice il Voltaire, la continuazione dell’amicizia sua, della quale nuove ed ampie dimostrazioni in quella circostanza gli porse. In Brusselles fece poi privatamente professione di fede cattolica dinanzi al padre Guemes, domenicano, nel gabinetto dell’arciduca governatore, alla presenza di lui, di tre spagnoli e del Montecuccoli; il quale non guari dopo ripartì per Vienna, seco portando una lettera di Cristina all’imperatore, che è negli archivii viennesi, e della quale ebbi notizia dall’erudito diplomatico svedese, cavalier di Burenstam, che intende ora ad illustrare l’epoca famosa del soggiorno di quella regina nel Belgio. In quella lettera diceva, aver incaricato il conte Montecuccoli d’informarlo del cambiamento di religione che da gran tempo aveva meditato di fare . Codesto cambiamento non le impediva per altro di condurre colà una vita spensierata e mondana, di guisa che fu ritenuta per atea; mentre poi era in gran timore, non venisse la sua conversione conosciuta in Svezia, innanzi che con nuovi accordi si fosse assicurata la pensione che si era riserbata, come narra il cardinal Pallavicini. Ma ritornando al Montecuccoli, stimiamo non improbabile che, durante la dimora di lui nel Belgio, qualche accordo ei prendesse circa la stampa delle poesie italiane dell’arciduca Leopoldo sotto il nome accademico di Crescente; le quali insieme con alcune sue furono stampate a Brusselles un anno e mezzo di poi, cioè nel 1656.

Veniamo ora a tener parola delle ragioni che probabilmente inducevano Raimondo a voler intraprendere il viaggio di che dicevamo più sopra. Dopo che Francesco I, duca di Modena, era stato nel 1649 astretto a far pace colla Spagna abbandonando l’alleanza francese, non era mai vissuto in concordia coi ministri ch’erano al governo delle provincie possedute in Italia dagli spagnoli. L’una parte e l’altra lamentava infrazioni ai patti convenuti, e gli spagnoli non si lasciavano sfuggire occasione