Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/377

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nesi, e a Nyborg ebbe luogo una battaglia il 14 di novembre, nella quale ottennero da prima vantaggi sulla cavalleria degli alleati gli svedesi, che furono battuti poscia dalle fanterie e più specialmente dalle olandesi. Meritò lode, al dire di Priorato, in quella battaglia il conte Enea Caprara che vi comandava il reggimento di cavalli del general Mattei. Il re di Svezia, al quale le flotte nemiche impedivano di recar soccorso alla Fionia, consigliò si facesse resistenza solo a Nyborg; ma indifendibile essendo la terra, il general Horn con tutti i suoi, che erano 3000 soldati di cavalleria, dovette rendersi a discrezione. Solo Sulzbach col generale Stenbock, che di sua mano aveva ucciso un generale de’ polacchi (che non era Czarnecki, morto più tardi), trovò scampo, passando su di un battello in mezzo alle flotte nemiche. Rimasero prigionieri di guerra i generali Horn, Königsmark, il principe Giovanni Adolfo di Sassonia Weimar e due altri con dieci colonnelli, gli ufficiali minori e i soldati: morti due mila uomini col general Böttiger. Il Priorato, nella sua Vita di Leopoldo Cesare, pubblicò due relazioni, da due comandanti di cavalleria imperiale indirizzate al Montecuccoli, che dicono micidiale anche per l’esercito loro quella battaglia: in un reggimento tutti i capitani rimasero uccisi, uno soltanto eccettuato; morti quattro colonnelli e un tenente colonnello, feriti col general Guast tre altri colonnelli, tra i quali il napoletano Carafa. Durò la pugna due ore e mezzo: cento cannoni, le munizioni, i viveri restarono in potere degli alleati coll’isola intera: spartiti i soldati prigionieri nelle truppe de’ vincitori. Alle sventure degli svedesi, non riesciti neppure a riavere Sonderburg nell’isola d’Alsen, sarà stato bene scarso compenso l’acquisto, narrato dal Priorato, di una terra da lui chiamata Nascau. E invero in questa guerra volse contraria la fortuna agli svedesi, e i generali loro parvero da meno della fama conseguita nelle precedenti imprese; ma troppi erano i nemici che contro di loro in diverse parti del nord combattevano.

Avrebbero voluto gli alleati, dopo impadronitisi dell’isola, passar tosto a liberar Copenhagen dall’assedio, ma ad essi negò Ruyter le navi. Aveva egli infatti dal suo governo istruzioni,