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infermo di vaiuolo: abbandonare il servizio? L’ossequio e la fedeltà vi ripugnavano. Protestai, ubbidiii e mi sacrificai” . La protesta alla quale qui si allude, quella sarà che dal Priorato venne inserita nella sua storia di Leopoldo Cesare, ed è la seguente: “Per l’humilissimo rispetto che porto al servizio imperiale di guerra, nel quale ho spesi 36 anni continui, senza haver mai trascurato una sola campagna, mi riduco presentemente a fare il crovato con una partita di quattromila cavalli; sacrifico tutto agli ordini clementissimi di S. M., purché mi siano dati chiari, categorici et esseguibili, e resto etc.”. Radunò il Montecuccoli da prima le genti sue a Clausemburg (donde poi si ritrasse), ivi lungamente aspettando che a lui venissero ad unirsi gli uomini della leva in massa dell’Ungheria, e a gran ventura ascriver dovette che le pioggie e il traboccare de’ fiumi e la rovina che ne derivò alle strade, impedissero per qualche tempo il passo all’esercito nemico, e che questo sempre ignorasse come allora si ritrovassero stremate di numero le truppe imperiali. Intanto qualche altro rinforzo giungevagli, ma di gente, com’ei dice, inesperta, vile e rovinata dalle malattie: e nota tra queste il Priorato, come più dannosi che utili tornassero il reggimento di Monfort e i dragoni che fuggivano a dozzine. Del difetto delle altre cose opportune alla guerra dicemmo già. Né meglio in arnese apparivano gli ungheri del Nadasdi. Questo concentramento di forze, che lasciava con poca speranza di soccorso le guarnigioni delle piazze, fece facoltà all’Abaffi di porsi in possesso di Calusemburg e di Zekelein in Transilvania cedutegli, dice il Gebhardi, dalle guarnigioni loro che dalla cancelleria imperiale erano lasciate mancar d’ogni cosa; il che, se non altro portò al Montecuccoli il vantaggio di poter incorporare nel piccolo suo esercito i tre reggimenti che tornavano da quella provincia ormai perduta. Il 4 di luglio tenne il Montecuccoli una conferenza in Komorn col general Buchaim e con varii capi influenti degli ungheri, nella quale un’insurrezione ungherese (ossia una leva di massa)