Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/439

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San Gottardo una vittoria francese, in luogo di dire che alla sconfitta dei turchi avevano contribuito anche i francesi. Più meravigliosa fu poi l’audacia di uno scrittore tedesco, il Pfeffel, il quale nel suo: Abrégé chronologique de l’Histoire et du Droit public d’Allemagne, citato dal Napione in una sua dissertazione sulle edizioni dell’opere di Montecuccoli, non solo asserì che furono i confederati (quelle genti cioè de’ principi tedeschi che poco bene vedemmo essersi condotte) che vinsero a San Gottardo, ma neppur fece menzione del Montecuccoli. Noi però di tali ubbie non tenendo conto, seguiteremo dicendo, che valorosamente le truppe cesaree altresì si comportarono. Degli ungheri dice il Montecuccoli nel libro L’Ungheria nel 1673: “Si venne a giornata (a San Gottardo), nessun unghero vi comparve: anzi cospirarono tra loro, condottiero il Nadasdi, d’assalir gli alemanni alle spalle e trucidarli”. Queste cose il Montecuccoli scriveva alcun tempo dopo, e poté perciò far parola del tradimento degli ungheri, del quale altri fatti posteriori avran porto le prove, ma che forse nel 1664 era o ignoto, o dubbio. Vediamo infatti narrato da lui medesimo che si valse egli del Nadasdi e de’ suoi dopo la battaglia per tener dietro al nemico (essendo le truppe, che sì a lungo avevano combattuto, affrante dalla fatica), e per osservarne le mosse; e ad essi diede egli per rinforzo i croati, e i dragoni con sei piccoli pezzi d’artiglieria. Avversissimo, del rimanente, anche allora il Nadasdi agli alemanni, fu poi tra i quattro che l’anno 1671 vennero, come diremo, per fellonia dannati al taglio della testa. Convien pensare che a Vienna sarà corsa voce che anche gli ungheri avessero preso parte alla battaglia, perché riferendo Federici, il giorno cinque di quel mese di agosto, le prime notizie circa la medesima, scriveva che il Montecuccoli, avvertito dai fuggitivi del passaggio del Raab operato dai turchi, “balzò a spron battuto con tutta la cavalleria consistente con gli ungheri a (sic) diciotto mila cavalli ec.”. Le quali notizie, del rimanente, erano in parte false e in parte esagerate, avendo il Montecuccoli scritto, secondo dicemmo, che da due soli reggimenti di cavalli, che non erano ungheresi, e da tre di fanti s’era fatto seguitare.