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sua colle bellicose nazioni de’ turchi e dei francesi, provvedute di eserciti stabili. Consigliava si obbligasse la nobiltà a servire in guerra, e s’introducessero le primogeniture, acciò i cadetti di famiglie nobili si trovassero in necessità di procacciarsi stipendi militari, per vivere con qualche decoro. L’aggravio che dal nuovo sistema verrebbe sulle provincie, non supererebbe quello cui sottostavano pe’ subitanei armamenti; a non dire dei danni che seguivano dalle invasioni in paesi disarmati: queste, e le guerre pur anche, più rare di gran lunga si farebbero.
I quali ammonimenti ch’ei porgeva, lasciavano intravedere quella rinnovazione della scienza militare, della quali ai giorni nostri vediamo lo svolgimento. Vengono ora le vittorie preparate durante la pace coll’addestrare gran numero di uomini alle armi, e col provvederli di qual sia cosa occorrente ad entrare improvvisamente in campagna. Accade per ciò, che tra due comandanti supremi di merito non molto dissimile, e a capo di soldati egualmente valorosi, preveder si possa sin da principio, che quello di loro il quale meglio predispose le genti sue alle operazioni campali, con tutta probabilità in corto volgere di tempo otterrà sull’altro il sopravvento. Brevi riescono e micidiali le guerre odierne, quanto a lungo duravano allorché il Montecuccoli usciva in campo con uomini in gran parte di nuova leva, che gli conveniva venir dirozzando nel tempo medesimo che li conduceva contro il nemico, trovandosi così astretto alle continue cautele che ai giorni nostri sono meno necessarie; per tacere inoltre di quel difetto delle munizioni e dei viveri in cui vedemmo lasciati allora i soldati, la qual cosa in eserciti ben ordinati non può oggi accadere. Truppe esperte e ben provvedute, liberamente procedono anche di mezzo a popolazioni ostili: la qual cosa tornava malagevole in Ungheria a quelle raccogliticce, lacere e smunte del Montecuccoli, al senno del quale è unicamente dovuto se pur riescirono a sconfiggere i turchi, cui nessuna cosa mancava che loro procacciar potesse la vittoria.
Ma a Vienna allora null’altro avevasi in mira, se non le necessità del momento; i saggi avvisi del Montecuccoli, che nel