Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/474

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correre l’Olanda. Montecuccoli a quel tempo, lasciato ad altri il comando delle truppe, come si ha dall’autore dell’opera delle Azioni di soldati italiani, andò a Vienna, “chi dice per malattia, chi perché fosse annoiato di continuare una scena poco decorosa, né potesse più soffrire quel doversi governare secondo i comandi impartitigli dal primo ministro”, cioè da Lobkowitz. Sembra che, o non chiedesse la facoltà di lasciare il campo, o non aspettasse che gli pervenisse, come congetturar si potrebbe da questo passo di una lettera dell’Arese, scritta il 15 di marzo del 1673. “La partenza poi del Montecuccoli dall’esercito cesareo non la può essere che di molto pregiudizio; e nella corte di Vienna la fu appresa con qualche sentimento”. Quando per altro queste cose scriveva l’Arese, non gli era noto che il Montecuccoli da più tempo era tornato al campo, breve essendo stata la sua dimora in Vienna, che venne annunziata dal Dragoni con lettera del 12 di febbraio, mentre con altra del 26 diceva che era caduto infermo a Norimberga, ma che avrebbe in breve raggiunto l’esercito. E’ da lamentare che nessuna notizia ci soccorra circa quanto accadde in Vienna al Montecuccoli, e circa l’esposizione che avrà egli fatta della condizion delle cose, seguita per la sconsigliata politica imperiale. Avrà egli trovato i ministri che nominammo, intenti allora ad impedire una dichiarazion di guerra alla Francia, alla quale pareva finalmente disposto l’imperatore: e con questo mutamento suo di opinione potrebbe aver avuto relazione l’improvvisa venuta a Vienna del Montecuccoli. Ben altrimenti che con quei ministri si sarebbe inteso quel generale con l’audace diplomatico Lisola, che allora appunto rimetteva innanzi il suo disegno prediletto di un’invasione in Francia degli eserciti dell’imperatore, della Spagna e della Lorena. De’ quali progetti non faceva esso parola con Lobkowitz e con Auersperg, che sapeva li avrebbero palesati al re Luigi, ma solo col ministro Hocher confidente suo, che li comunicava all’imperatore. E già, senz’altro attendere, disponeva le cose in modo, che entrando, siccome suggeriva, gl’imperiali su quel di Liegi, vi trovassero preparati e viveri e provvigioni d’ogni qualità. Sappiamo del