Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/511

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di speciali osservazioni strategiche, essendoché fosse quella campagna, a giudicio del generale francese Folard, il capolavoro di Turenna e di Montecuccoli, e tale che una simile non se ne trovi nella storia antica. A me sembra nondimeno che i documenti inediti de’ contemporanei di Raimondo, e singolarmente dei testimoni che videro le cose narrate, o che da lui stesso le seppero, co’ quali documenti io sarò per confortare in gran parte la relazione che imprendo a fare di quella campagna, porgano di questa un’idea alquanto diversa da quella con che da più storici venne rappresentata.

Allorché ritornava il Montecuccoli a capo delle truppe imperiali, scorate le trovava pei danni sofferti ne’ quartieri invernali, e per le sconfitte patire così allora, come nel passato anno. Era invece Turenna al colmo della sua gloria, a tal segno che pensò di non volere più esporsi a perderla, e chiese al suo re, secondo narra il Ramsay, di poter ritirarsi tra i preti dell’Oratorio, il che altra volta aveva disegnato di fare. Ma di nuovo ciò gli venne negato da Luigi XIV, ed egli, al volere di lui rassegnandosi, ebbe a dire, se crediamo al cavalier Borgognone: “Il provarmi di nuovo col Montecuccoli dee forse costarmi la vita, ma faccia il destino quant’egli sa, non può levarmi di morire da uomo d’onore e di coraggio”. Ma com’ebbe accettato l’incarico di condurre quella nuova impresa, si pose all’opera con vivo desiderio d’uscirne con onore, valendosi di tutte le industrie che le estese sue cognizioni dell’arte della guerra e la lunga esperienza gli suggerivano. E da eguali sentimenti era animato Montecuccoli; onde poi tante arti e l’uno e l’altro adoperarono per riescire nell’intento che si proponevano, facendosi, all’occasione, il Turenna circospetto come il suo avversario, e questi ardito come Turenna. Mirava ciascuno di loro a trar l’altro in inganno circa i proprii disegni; onde quelle tante mosse strategiche che formano l’ammirazione degl’intelligenti delle cose militari, quell’offerire battaglia da chi avesse occupato il luogo migliore, e il ricusarla dall’avversario; e l’arte di accampare al sicuro da sorprese, e la vigilanza continua, spiando le mosse dell’inimico, e le industrie