Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/526

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[cap. V.] guerra del 1675 497

gimento di cui era forse colonnello. Nel suo secondo rapporto il Montecuccoli aggiungeva, che i francesi nel ritirarsi avevano ben munito diversi fortini, per tener lontani gl’imperiali quando essi passerebbero il Reno. Avendo poi a schermo un bosco foltissimo (quello da noi nominato), col beneficio della notte poterono ritirarsi.1 di Il giorno dopo la battaglia narra il Borgognone essersi deciso nel consiglio, che a tal uopo si tenne, di non assalire i fortini, i quali, perché assai validi e con passaggi dall’uno all’altro, avrebbero costato e sangue e tempo, senz’altro scopo che di far mostra di valore, essendoché si ritirassero ad ogni modo i francesi. Il Montecuccoli pertanto, dopo celebrata sul campo di battaglia la vittoria collo sparo delle artiglierie, e col far cantare il Te Deum, si pose sulle orme de’ francesi; i quali fu detto che per più celeremente mettersi in salvo, gettassero nel Reno una porzione de’ più grossi cannoni e del bagaglio. E già, come più sopra dicemmo affermato da lui, ad ogni modo Raimondo, anche s’ei nol facessero, avrebbe traversato il fiume: che se così questo passo del rapporto s’abbia, siccome credo, da intendere, verrebbe meno, in parte, un’osservazione fatta a questo luogo dal dotto general francese Feuquières nelle sue Memorie, delle quali vidi una seconda edizione stampata nel 1740 a Londra. In quell’opera vien egli tracciando un piano che, a suo avviso, avrebbe dovuto seguire il general cesareo per annientare, dopo la morte di Turenna, l’esercito francese. In luogo d’inseguirlo, prevenire lo doveva per altra strada al Reno, passar quel fiume a Strasburg, città che gli era ossequente, e correre ad occupare Schelestad, che ancora non era stata fortificata. Presentandosi poscia al ponte di Altenheim, lo impediva a’ suoi nemici, che avrebbero dovuto rimontare il Reno per passarlo a Brissac, dove potevano anche giungere in tempo gl’imperiali per di-

  1. Sulla vittoria di Altenheim fu fatto in Modena un sonetto del quel basterà riportare gli utlimi versi che dicono:

    «Nè sia che alcino i regni augusti invada,
    mentre ad un Fabio e ad un Marcello uguale
    Dell'impero roman sei scudo e spada.»