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528 raimondo montecuccoli. parte ii.

della milizia, ad uno scrittore del secolo XVII, imperocché le opere del Montecuccoli vanno fornite di tanta dottrina da riescire, in ciò che si riferisce ai principii fondamentali, e alla storia militare, opportune sempre ed istruttive. “Montecuccoli – disse Puysegur nel cap. VIII dell’opera sua Sull’arte della guerra – è tutto sentenze, e se ne può ritrarre moltissima utilità, e quantunque alcune cose risguardino le guerre di que’ paesi e di que’ tempi, non può negarsi che quanto egli scrisse non sia ottimo ed adattabile dapertutto”. Aggiungasi che lo stile conciso e nervoso di lui sarà sempre un modello da proporsi a chi imprenda a dettar precetti su quanto pertiene alla scienza militare.

E qui non va taciuto il nome di un valentuomo che di alcun poco in questo genere di scritture precesse il Montecuccoli, in un’opera che meriterebbe di essere conosciuta più che ora non sia. Intendo dire di Gualdo Priorato, che più volte avemmo a ricordare, e che nell’anno al quale siam pervenuti (il 1678) veniva a morte. Pose egli in luce nel 1640 l’opera sua intitolata: Il guerriero prudente, dalla quale non parmi improbabile che traesse Raimondo l’idea che, in più ampia forma, svolse ne’ suoi Aforismi.

Né solo dette opera il generale italiano, negli onorati suoi riposi dalle fatiche del campo, agli studi militari, e alle incombenze di gran momento che gli derivavano dalla presidenza del consiglio di guerra (al quale nel 1675 erano stati dall’imperatore cresciuti gl’incarichi, sottoponendogli ancora i paesi de’ confini militari verso la Turchia) ma alle lucubrazioni altresì di varie scienze, alle quali, come dice Elia Bruchner, non aveva per altro lasciato mai di attendere anche in mezzo allo strepito delle armi. E furono questi suoi studii che indussero l’accademia scientifica dei Curiosi della Natura, fondata da alcuni medici nel 1651 a Sweinfurth e poscia trasportata a Vienna, ad eleggerlo suo protettore perpetuo; in lui cercando schermo, secondo che scrisse lo storico di quell’accademia, il nome del quale poc’anzi citammo, contro gli Zoili che le facevano guerra, tentando altresì di alienarle l’imperatore. Accettava Montecuc-