Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/83

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deburg, l’eroica resistenza della qual città non poté esser domata se non dopo una accanita lotta nelle sue strade; poiché giunsero a penetrarvi gl’imperiali usando l’astuzia di mostrarsi propensi a trattative, e cessando perciò il fuoco, con che venne lor fatto di distogliere i cittadini da quella vigilanza che insino allora aveva impedito ogni sorpresa dalla parte nemica. Andò la città consunta dal fuoco, e fu detto per opera degli stessi suoi abitanti, che lasciar non la vollero agl’imperiali. Un monaco premonstratense, testimonio di que’ fatti, che ne lasciò una descrizione intitolata: Diarium in quo triplex rebellio et excidium civitatis Magdeburgensium continetur etc. , dice consigliati gli abitanti a ciò fare dal Falkemberg comandante della guarnigione svedese. Altri invece di ciò chiamarono in colpa gl’imperiali; ma è molto probabile che casuale fosse quell’incendio. Rimasero in piedi la cattedrale, un convento e 139 capanne di pescatori, come scrisse il Mailàth; mentre il Bolognesi annunciava al duca di Modena salvate solo 50 case di legno, aggiungendo ventisette mila persone (30.000 disse Mailàth) tra cittadini e soldati essere in cotal circostanza rimaste uccise. Che nefandità fra quelle rovine si commettessero allora dagli imperiali, non vale la penna a ritrarlo; e invano tenta il Mailàth di togliere al Tilly la nota che gli si appone per quelle infamie, dappoiché egli, non entrato in Magdeburg se non tre giorni dopo che fu presa, non cercò d’impedirle. O connivente o estremamente debole, fu certo in colpa quel generale; e debole massimamente sembra che lo stimi il Menzel, ove dice che egli in effetto non era crudele, ma impedir non sapeva sempre lo fossero i suoi soldati. La sventura di Magdeburg e il massacro de’ suoi abitanti, al quale non scamparono, come scrisse Federico II di Prussia, se non 1400 persone, furono compianti da amici e da nemici, al dire del medesimo storico reale. Molto poi fu parlato allora circa il non aver soccorso il re Gustavo una città che in lui fidava: ma gli negava i passi il vacillante elettor di Sassonia; e dovette egli assicurarsi del cognato suo Giorgio