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Quivi da prima il suono
Della tua voce intesi,
O fior di quante sono
Elette alme cortesi;
E tra gli aspetti fidi
Che gli estri in cor mi accendono,
Le tue sembianze io vidi.
Nè seppi dir, s’a’ miei
Stupiti occhi presente
Fosse uno in fra’ più bei
Fantasmi della mente,
O ver tra la diffusa
Luce e i profumi e i zefiri
Parlasse a me la Musa.
Tal forse al giovinetto
Pindaro Urania apparve,
Quando più freddi al petto
Gl’incombean dubbj e larve;
E tanta ala gli cinse,
Che della gloria il tempio
E il tron di Giove attinse.