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VENDETTA



No, su l’ara non più! Qui dove muore
     Ogni nobile affetto ed ogni fede,
     Ove il labbro lusinga e mènte il core,
     E d’oro avida sol Venere siede,

Ove ad ogni obliosa orgia d’amore
     Compagno è il vino e il pentimento erede,
     Qui vedova di raggi, orba d’onore
     Tu pur, fra queste abjette alme, al mio piede!

Il so: straniero in questo reo soggiorno
     Ombra cieca io mi aggiro, e impreco e gemo.
     E le memorie tue m’urlano intorno.

Baci il mio cor sognò, fulmini or sogna;
     Ma se grave fu il torto e il danno estremo,
     Sia pari al mio dolor la tua vergogna!