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articolo verso una terra che nessuno gli ha promesso, cogli occhi fissi alla colonna di fuoco, che generalmente suole essere un libro di critica letteraria, l’ha raggiunto; e credendo aver toccato il settimo cielo col dito mignolo, con una boria da marionetta, che diverte e fa ridere, si pavoneggia, stenterellando, fra i fuochi di paglia dei suoi periodi asmatici, scrofolosi, affetti di tabe: la cui luce, ei crede, dovrà illuminare il mondo.

Già: egli ha disposto in bell’ordine tutti quei perioduzzi, credendo fossero pelottoni di bersaglieri vigorosi ed arditi; ma ohimè! non sono che povere file d’invalidi raccolti all’ospedale, vecchi, barcollanti, mutilati, pallidi come cartapecora, smunti, tremuli, e che per giunta fanno le fiche al loro capitano.

Ma usciamo di metafora.

Intendo parlare di un libro testè pubblicato dal signor Luigi Lodi.

È un volume di 150 pagine, tipi elzeviri, carta chamois, copertina gialla, edito dallo Zanichelli. Ciò vuol dir qualche cosa! Chi non lo sa? Un volume elzeviriano stampato dal Zani-