Pagina:Rapisardi e Carducci - Polemica, Catania, Giannotta, 1881.pdf/34

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Che ne dice il sig. Lodi? Son sicuro, che se G. Carducci non fosse il sommo sacerdote della parrocchia centrale di Bologna, lo giudicherebbe più sciocco di M. Rapisardi.

Ma di tanto in tanto il nostro critico va spruzzando il suo libro di qualche gocciola di modestia, tanto per buttare un po’ di polvere negli occhi a quelli che potrebbero essere indispettiti dalla sua tracotante inettezza. Un zinzino di modestia a tempo e a luogo è pur necessaria, è come l’olio in una pietanza di rape e cavoli fiori, che li rende più digeribili.

Notate difatti quanto è ingenuo a pagina XV della prefazione: «Ma tu, lettore ingrato come tutti gli uomini felici, dirai tuttavia probabilmente che l’ho fatto spendere in un volume inutile e che sono un asino.»

Il lettore per cortesia risponderà quanta modestia! Lei è un uomo dotto.

Io al contrario sono di parere opposto al lettore cortese.

Notate ancora quanto è civettuolo a pagina 87, più civettuolo ancora d’una cameriera, a cui il padrone faccia la corte.