Pagina:Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia P2.pdf/120

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Camera dei Deputati — 112 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



to che riferisce di un finanziamento di lire 26 milioni a favore di magistrati dirigenti di quel gruppo per le elezioni del Consiglio dell’ANM, non sono state accertate né l’autenticità, né la provenienza, né la destinazione. Al riguardo si ricorda, per inciso, che la lettera in oggetto risulta inserita nel fascicolo intestato al magistrato Antonio Buono di cui innanzi si è scritto, fascicolo che contiene altri documenti comprovanti la frequenza ed intensità di rapporti tra il medesimo e Gelli, rapporti che avevano per oggetto anche segnalazioni o raccomandazioni richieste a Buono a favore di persone coinvolte in procedimenti giurisdizionali. Con riferimento a tal documento è il caso di ricordare per completezza espositiva che il Consiglio Superiore della magistratura, con provvedimento del 5 aprile 1984, ha deciso l’archiviazione dell’indagine iniziata nei confronti dei magistrati nominati dalla suddetta lettera, proprio per l’assenza di riscontri probatori in ordine ai fatti riportati.

A proposito di finanziamenti alla corrente associativa di Magistratura Indipendente, la sentenza disciplinare del Consiglio Superiore ha accertato che in favore del magistrato dottor Pone, e per la stampa della rivista di corrente denominata Critica giudiziaria, l’editole Rizzoli si assunse un consistente onere economico, per decisione del direttore generale Tassan Din, «certamente richiesto di intervenire dal Gelli».

Per completare il quadro dei rapporti tra la Loggia P2 e la magistratura, vanno ricordate una serie di altre risultanze attinenti Le posizioni del banchiere Roberto Calvi e di Francesco Pazienza, i quali assumono posizioni di rilievo nella fase finale della vicenda della Loggia P2 e nella fase successiva al sequestro di Castiglion Fibocchi. A tal fine numerosi elementi testimoniali e documentali, denunciano una frenetica attività di Roberto Calvi indirizzata nei confronti di ambienti giudiziari al fine di sistemare le proprie pendenze penali.

Presso la procura della Repubblica di Brescia fu instaurato un procedimento penale, poi trasmesso all’ufficio istruzione della stessa città, nei confronti di Roberto Calvi, Licio Gelli, Marco Cerruti (novo esponente della Loggia P2), Mauro Gresti, Luca Mucci e Ugo Zilletti per fatti connessi al sequestro e alla restituzione del passaporto a Roberto Calvi a seguito del processo promosso a suo carico a Milano per reati valutari e societari. Il procedimento penale a Brescia veniva poi riunificato con gli altri procedimenti pendenti avanti agli uffici giudiziari di Roma concernenti la vicenda della Loggia P2.

Nell’ambito del procedimento suindicato venne assunta la testimonianza del dottor Carlo Marini, all’epoca procuratore generale della Repubblica presso la corte d’appello di Milano, il quale riferì di aver appreso dal procuratore della Repubblica Mauro Gresti che quest’ultimo era stato sollecitato a restituire il passaporto a Roberto Calvi da Ugo Zilletti, all’epoca vicepresidente del Consiglio Superiore, e dal magistrato Domenico Pone.

Ha aggiunto inoltre il Marini che, dopo l’avocazione del processo al suo ufficio, ricevette una telefonata dal medesimo Zil1etti che lo pregò di adottare la massima cautela nel trattare il procedimento a carico di Calvi, procedimento nell’ambito del quale era avvenuto