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Camera dei Deputati — 119 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



grammi della loggia. Il «gruppo Ambrosiano» assume così una struttura particolarmente funzionale per far da tramite ad ogni tipo di transazione, articolandosi in Italia ed all’estero in una serie di società bancarie e finanziarie i cui principali affari erano ordinati e seguiti da un univoco centro ma parcellizzati in diversi segmenti operativi in modo da impedire spesso agli stessi esecutori materiali la percezione del quadro complessivo.

Non è ancora disponibile (e forse non lo sarà mai) una visione completa delle operazioni poste in essere da tale struttura ma possono comunque essere identificate due grandi linee direttrici di intervento che attengono, da un lato, alla necessità di conservare saldamente il controllo dello strumento così predisposto e, dall’altro, all’utilizzo, per ben precisi fini, dello strumento stesso.

Per quanto riguarda il primo aspetto, il dissesto del Banco Ambrosiano ha messo chiaramente in evidenza le coperture, gli accordi, gli interventi effettuati per mantenere e rafforzare le posizioni di comando in questa banca. La rilevante quantità di azioni " Ambrosiano» risultate in Italia ed all’estero di pertintinenza del Banco stesso, è la testimonianza di un’attenta acquisizione che consentiva di spostare dall’Italia all’estero, e viceversa, ingenti disponibilità mascherando tali movimenti come operazioni di compravendita di titoli per le quali ignoti intermediari fruivano di consistenti provvigioni. L’azione così sviluppata permetteva anche di conseguire l’effetto non secondario di coinvolgere in traffici illeciti numerosi operatori che, una volta intervenuti a fare da schermo a tali irregolari transazioni, si ponevano nelle condizioni idonee per essere ricattati ed utilizzati.

L’esempio tipico di intrecci di transazioni improntate a tali finalità è costituito dagli interventi effettuati per l’acquisizione della maggioranza delle azioni del Credito Varesino, un istituto di credito che il «gruppo Bonomi» aveva ceduto parte in Italia a «La Centrale» e parte all’estero alla CIMAFIN (società appartenente al gruppo Sindona) che a sua volta le avrebbe poi cedute a finanziarie gestite dalla Banca del Gottardo, controllata dall’Ambrosiano. Tutte queste operazioni vengono seguite da vicino dalla Loggia P2, poiché presso Gelli viene poi rinvenuta copia dell’accordo stipulato all’estero tra il «gruppo Bonomi» e la CIMA FIN con la descrizione di tutti i passaggi effettuati tramite apposite società-strumento (Zitropo e la Pacchetti), nonché dei collegamenti esistenti fra Calvi e Sindona e dei movimenti finanziari verificatisi nella circostanza.

In questo contesto i massimi esponenti della loggia, come si evince dalla documentazione rinvenuta a Castiglion Fibocchi, potevano svolgere un ruolo di mediazione tra i diversi interessi e di composizione degli eventuali contrasti (esemplari appaiono i documenti concernenti i patti stipulati tra Calvi, il «gruppo Bonomi» ed il «gruppo Pesenti») indirizzando nel contempo gli interventi finanziari degli operatori che dovevano fornire i mezzi per «permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare