Pagina:Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia P2.pdf/132

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Camera dei Deputati — 124 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



grafici ben mirati e con l'attribuzione di scelti incarichi a persone appartenenti alla loggia. L'ampia analisi effettuata in proposito dal comitato evidenzia una linea di tendenza che si sviluppa con una pressione continua la quale, pur contrastata sempre dalla professionalità dei giornalisti, riesce spesso ad orientare alcuni servizi per dare spazio a persone di « area» o per lanciare oscuri messaggi o per evitare inchieste approfondite su alcune vicende, come risulterà evidente per i servizi concernenti i paesi sudamericani. In America Latina, del resto, con il sostegno finanziario di Calvi e con l'intervento di Ortolani e di Gelli (quest'ultimo formalmente rappresentante del «gruppo Rizzoli» presso le autorità governative dei paesi esteri) la Loggia P2 stava estendendo la propria rete d'influenza acquisendo dal gruppo editoriale «Avril», e con l'appoggio dei generali in carica in Argentina, una catena di giornali a larga diffusione.

Per quanto riguarda più specifioatamente la linea seguita dal gruppo in ordine alle vicende politiche italiane l'attenzione va riportata con particolare rilievo al 1979 allorquando uomini della loggia tentano di utilizzare le tangenti connesse con il contratto di fornitura di petrolio tra l'ENI e la Petromin per acquisire adeguati mezzi finanziari destinati a colmare il deficit della gestione del «gruppo Rizzoli ».

In ordine alla cennata vicenda sono ancora in corso le indagini a cura di una apposita Commissione parlamentare ma è indubbio che Gelli ed Ortolani erano perfettamente a conoscenza di tutti i risvolti della transazione. A Castiglion Fibocchi è stata infatti rinvenuta copia del contratto stipulato tra l' AGIPe la Petromin, la richiesta avanzata dall'AGIP al Ministero del commercio estero per ottenere l'autorizzazione a pagare la tangente alla Sophilau, il diario predisposto dal ministro Stammati per puntualizzare fino al 21 agosto 1979 gli sviluppi della vicenda nonché un appunto su tutte le circostanze rilevate, predisposto sotto forma di un articolo da pubblicare. Ortolani, del resto, il 14 luglio 1979 aveva prospettato al segretario amministrativo del PSI, senatore Formica — il quale denunciò il fatto ai ministri competenti — la possibilità di erogazione di fondi, in connessione degli acquisti di petrolio da parte dell'ENI, per interventi nel settore dei mass-media. Segno evidente dell'interessamento della loggia alla vicenda fu poi l'attacco a fondo condotto contro il ministro per le partecipazioni statali, Siro Lombardini, per il quale il Corriere della Sera arrivò a chiedere le dimissioni, con un fondo in prima pagina che si distingueva per la violenza dei toni oltre che per la richiesta in sé, certo non usuale rispetto alla misurata prudenza propria della testata milanese.

L'insuccesso del tentativo, anche per la ferma opposizione di alcuni esponenti socialisti, determina la ricerca di nuove soluzioni mentre lo schermo «Rizzoli» viene utilizzato per patti con altri gruppi (accordo Rizzoli-Caracciolo) o per tentativi di acquisizione di altre testate (giornali del «gruppo Monti») con l'intervento di Francesco Cosentino.

Questa situazione induce ad un tentativo impostato alla finalità di allentare la dipendenza del gruppo editoriale da una sola banca